VERBALE DELLA GIURIA DEL PREMIO LETTERARIO STRADANOVA

 

III Edizione 1960

   

  La Giuria dell'annuale e indivisibile «Premio Letterario Stradanova» a carattere nazionale, per un racconto lungo, inedito e anonimo, dalle 20 alle 50 cartelle dattiloscritte da inviare alla Giuria stessa in 5 copie, non restituibili, entro il 30 giugno 1960, si è riunita per l'ultima volta in seduta plenaria oggi 15 settembre 1960, alle ore 17, in Venezia nello studio di Facco De Lagarda.  Erano presenti Aldo Camerino, Manlio Dazzi, Ugo Facco De Lagarda, Aldo Palazzeschi, Diego Valeri.  Constatato il sempre più diffuso interesse destato da questo Premio, giunto ormai felicemente alla sua terza edizione, interesse concretatosi anche nel numero dei racconti pervenuti al concorso da ogni parte d'Italia, e pure dall'Estero - 124 rispetto ai 101 del '59 e ai 43 del '58 - nonché l'alto livello medio di essi, e dicendo alto livello non si abusa in questo caso di un vieto termine, la Giuria ha dovuto procedere ad una preliminare selezione dei lavori presentati, scartandone necessariamente circa 2 dozzine, perché non rispondenti alle precise norme stabilite dal Bando del marzo '60.  Dopo un esauriente esame, singolo e collettivo, dei lavori rimasti in gara, la Giuria ha fissato la propria attenzione su un insieme di 30 racconti, ridotto successivamente a 20 e a 12 e infine ai sette qui elencati nel medesimo ordine del protocollo d'arrivo dei plichi:

-  Paese (contrassegnato dal motto: Tu te ne vai senza di me)

-  La signorina Valentina (motto: Memento nostri qui legnis)

-  Il tassametro (motto: Voi vi scambiate ricette di felicità)

-  I piedi di carta (motto: Fiat justitia et pereat mundus)

-  Morte di un dirigente (motto: Due più due fa sempre cinque)

-  Le vie dei Fossi (motto: Pazienza etc.)

-  L'arciprete e l'organista (motto: Essere saggi non è umano)

 

Questi 7 racconti possono considerarsi come i più validi fra tutti i 124 concorrenti alla IIIa edizione del Premio.  Dopo il conclusivo scrutinio a busta chiusa, la sottoscritta Giuria ha dichiarato a maggioranza di voti Vincitore del «Premio Letterario Stradanova» (1960), di Lit. 250.000, il lavoro intitolato «I piedi di carta» contrassegnato dal motto: Fiat justitia et pereat mundus.  E' un ottimo racconto, scritto bene, pacato e insieme drammatico, che non delude l'attesa del lettore anche esigente.  A tutti gli altri sei componimenti sopra elencati è stata attribuita la «segnalazione» ufficiale.  Aperte subito dopo le sette buste pertinenti, previa distruzione di tutte le altre, si sono finalmente rilevati i nomi dei singoli scrittori, che sono:

 

- LUIGI GRANDE di Acireale, autore del racconto «I piedi di carta»

                          titolare del Premio Stradanova 1960;

- FLORA MARCHI di Piombino, autrice. del racconto «Paese» dichiarato degno di
  «segnalazione», come i cinque seguenti:

- GUIDO POSAR-GIULIANO di Trieste, autore del racconto «La signorina Valentina»;

- ENZO GOLINO di Napoli, autore del racconto «Il tassametro»;

- LIDO CURZIO VANNI di Pontedera, autore del racconto «Morte di un dirigente»;

- NINO RUSSO-PEREZ di Palermo, autore del racconto «Le vie dei Fossi»;

- MARIO CAROTI di Merano (Alto Adige), autore del racconto «L'arciprete e
 l'organista ».

 

  La Giuria, nel felicitarsi cordialmente con il vincitore e i segnalati di questa IIIa edizione del Premio, esprime il proprio ringraziamento alle Autorità, alla Stampa, a la Radio T.V., al coraggioso Editore Amicucci, impegnato nella pubblicazione dei racconti premiati e segnalati dallo «Stradanova» nel '58, '59, '60, a tutti indistintamente gli autori concorrenti e, soprattutto, agli Enti e ai generosi Amici, che, mediante il loro fattivo consenso, hanno reso possibile anche quest'anno l'attuazione della nostra libera iniziativa, rivolta, come è noto, alla rigorosa valorizzazione della nuova narrativa Italiana.  Attraverso il Premio Letterario Stradanova, autori ieri ignoti hanno potuto interessare la critica e acquistarsi un pubblico e autori già conosciuti hanno avuto la chiara convalida di una raggiunta fama; il Premio inoltre ha costituito, o costituirà per alcuni scrittori la svolta buona, l'apertura verso le collaborazioni e l'editoria, l'avvio forse al sospirato successo.  Il concorso si chiude così nel 1960 sotto i più lieti auspici e i suoi organizzatori già meditano per esso nuovi promettenti sviluppi a vantaggio della cultura e a conforto della vita dello spirito.

Letto, confermato, sottoscritto a Venezia addì 15 settembre 1960.

 

firmato: LA GIURIA

 

Aldo Camerino

Manlio Dazzi

                      Ugo Facco De Lagarda

Aldo Palazzeschi

Diego Valeri